Appalti Sociali

Appalti socialiLa Commissione Europea ha elaborato un aggiornamento alla Guida sugli appalti pubblici socialmente responsabili pubblicata nel 2011[1], dal titolo «Acquisti sociali — Una guida alla considerazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici (seconda edizione)» (2021/C 237/01), che promuove gli appalti pubblici socialmente responsabili, illustrandone i benefici e le modalità di realizzazione.

Per appalti pubblici socialmente responsabili si intende, quindi, la pratica di scelta delle Pubbliche Amministrazioni attraverso la quale, nelle decisioni si supera l’approccio basato esclusivamente sui requisiti economici e si considera anche l’impatto sociale). Attraverso gli appalti pubblici socialmente responsabili, le autorità pubbliche oltre a promuovere opportunità di occupazione, lavoro dignitoso e inclusione sociale possono anche mirare ad una conformità più estesa per quanto riguarda gli standard sociali.

L' allora Ministero dell’Ambiente della Tutela del Territorio e del Mare, con il supporto del Comitato di Gestione del Piano d’Azione nazionale per il GPP, ha sviluppato la “Guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici adottata” con Decreto del Ministero dell’Ambiente 6 giugno 2012, GURI n.159/2012.

Scarica la Guida per l’integrazione degli aspetti sociali negli appalti pubblici adottata con DM 6 giugno 2012.

La Guida ha lo scopo di fornire indicazioni operative per tenere conto degli aspetti sociali nella definizione dei bandi di gara della Pubblica Amministrazione, in caso di appalto di fornitura, di prestazione di servizi e di appalto di lavori. La Guida considera le esperienze di integrazione dei criteri sociali negli appalti pubblici sviluppate dai diversi Paesi dell’UE. 

[1] tale guida è menzionata/riportata nella Comunicazione della CE n.681/2011 “Strategia rinnovata dell’UE per il periodo 2011-2014 in materia di responsabilità sociale delle imprese”.

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